In questi giorni, quotidiani e telegiornali ci informano di smottamenti, frane, allagamenti e quant'altro succede ogni volta che piove per più di un giorno.
La prassi è, purtroppo, sempre la stessa:
- Si contano i morti
- Si dice "non dovevano costruire qui"
- Si accusa a 360 gradi, sopratutto la precedente amministrazione comunale
- Si chiedono le dimissioni di ministri e responsabili vari
- Si lascia tutto come prima
Nel mezzo, uomini della protezione civile e gente comune che scavano tra le macerie motivati dalla speranza, famiglie che piangono i parenti, rabbia, impotenza.
L'altro dio degli uomini, il dio denaro, ha avuto ancora una volta il suo sacrificio di sangue e i suoi adepti, palazzinari, imprenditori, politici, ora spaventati e disorientati, quando tutto si sarà calmato lo serviranno ancora.
Lasciando da parte il sarcasmo spirituale rimane l'amarezza di una terra, l'Italia, di una bellezza naturalistica fuori dal comune. Partendo dalle alpi e finendo nel mediterraneo si ha un eterogeneità di climi, paesaggi, biodiversità secondi solo a sudamerica e asia.
La totale assenza di sensibilità nei confronti della natura non è un danno solo estetico ma di stabilità idrogeologica e se il danno estetico non provoca morti, quello idrogeologico si, e parecchi, senza contare il danno patrimoniale e sociale.
Mi arrabbio quando sento di strade costruite al posto di canali, di fiumi incanalati in spazi ristretti per problemi di erosione o addirittura ricoperti sotto la città. Quando la domanda la fai a voce alta comincia il balletto delle frasi prese qui e là dal "vocabolario delle scuse facili": "è il progresso", "cosa possiamo farci", "è cosi da anni", "non ci sono più le mezze stagioni".
Molte testimonianze dimostrano che gli antichi avevano molta più coscienza di noi nella costruzione di centri abitati. Certo molte città furono costruite su sponde di fiumi ma avevano l'accortezza di lasciare a valle delle zone libere per permettere al fiume di scaricare la sua rabbia durante le esondazioni. Adesso intorno ai fiumi italiani è un insediamento urbano unico, case costruite addirittura con piloni di sostegno dentro i fiumi stessi, pura follia.
Si costruisce in zone ad alto rischio sismico con case fatte di sabbia di mare per risparmiare...e che dire poi delle frane, il disboscamento insensato (o forse molto sensato se lo si guarda dal lato economico) dei nostri boschi ha privato il terreno delle radici che lo "legavano" alla collina.
Alla prima pioggia forte, terra e massi scivolano a valle travolgendo tutto quello che incontrano, non è successo solo una volta e succederà tante altre volte.
La natura ci ha messo milioni di anni per trovare un equilibrio, noi in un secolo lo abbiamo distrutto, francamente faccio fatica a non tirare fuori dal cilindro il sarcasmo spirituale!
Nessuno nega che siamo in tanti e che tutti devono abitare, questo però non giustifica certe scelte se non per questioni di denaro.
E non dimentichiamo che i disastri ambientali come terremoti, inondazioni e frane varie aumentano il "Prodotto Interno Lordo".
La nostra cara italietta ha ancora dimostrato di applicare la formula "meglio curare che prevenire" perchè aumenta il nostro (o mostro?) PIL
Qui sopra potete vedere una frana in Calabria di un pò di tempo fa.
Un caro saluto a tutti
Dax
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