mercoledì 30 marzo 2011

Case di paglia o di legno

Le case di paglia o legno, quando ne parlo in giro la maggior parte delle persone mi guarda come se il senno mi avesse abbandonato. Credetemi se vi dico che fatico parecchio a far loro abbandonare, anche solo momentaneamente, quella sorta di scetticismo che impedisce di analizzare lucidamente la cosa.

Casa di paglia in costruzione (foto da http://www.blogeko.it/)
La nostra cultura è basata sul solido mattone, su malte, boiacche e cementi vari  mentre  legno e paglia sono di solito utilizzati nel nord europa oppure quasi relegate nelle zone montane italiane. Ad onor del vero tutto questo ha una ragion d'essere: in passato si tendeva ad utilizzare il materiale che era più disponibile nella zona di costruzione, quindi pietre in zone dove abbondava la pietra, legno in zone dove vi erano più foreste e cosi via.
Al giorno d'oggi parlare di casa di legno fa immediatamente venire in mente una casa poco solida, più sensibile al fuoco, con più manutenzione e che magari cade se il lupo cattivo vi soffia sopra 3 volte, non è cosi invece. Le case in legno, se ben progettate, offrono un ottima stabilità al punto da renderle antisismiche. Il legno come si sà è un cattivo conduttore di calore quindi la casa risulterà ottimamente coibentata, sia in estate che in inverno. Tempo fa visitai personalmente un azienda che esponeva e vendeva case in legno e la prima sensazione, quando le visitai internamente, fu quella di un impianto di condizionamento d'aria mentre in realtà non vi era nulla di simile, ed eravamo a fine luglio.

Delle case in paglia poi la prima immagine che viene in mente è quella dei nostri cari Homo Sapiens (magari con il papà che esce armato di lancia per andare a caccia  mentre la mamma lavora su un telaio). Nulla di cosi preistorico ma qualcosa di tangibile, soprattutto in zone come Francia, Austria e Nord America. Ci sono case in paglia di fine '800 perfettamente integre e funzionali, anche in Italia ci sono alcuni splendidi esempi anche se, come detto prima, qui da noi ci sono forse dei tabù difficili da sradicare. 

Struttura in legno e muri in balle di paglia
(foto da http://www.blogeko.it/)
La paglia è un materiale coibentante, lascia respirare la casa limitando così al minimo condense e umidità. Formando i muri viene protetta da intonacature di calce e la struttura portante è comunque in legno. E' un ottimo prodotto a bassissimo impatto ambientale in quanto è un prodotto di scarto dell'agricoltura e contrariamente a quanto si pensi, i rischi di incendio sono pari a quelli di una casa in mattoni.
Non voglio prendere il posto di molti miei amici futuri geometri o architetti, sicuramente piu di me sapranno valutare la cosa sotto tutti gli aspetti tecnici anche se, da ricerche che ho fatto, ho trovato inaspettate aperture anche da parte di molti addetti ai lavori. 
Posso solo dire che in un era dove l'inquinamento è il principale compagno di vita e dove la maggior parte dell'energia viene sprecata per il futile, in un era di sprechi fuori controllo di materie prime forse vale la pena di lasciare da parte lo scetticismo e cominciare a pensare diversamente.

Qui di seguito vi lascio tre link della trassmissione "Report" che parla appunto di questo tipo di costruzioni.

cliccate qui a fianco per visualizzare i filmati   Parte 1    Parte 2      Parte 3


Un caro saluto a tutti
Dax

giovedì 24 marzo 2011

Tutti ingegneri nucleari

A seguito della tragedia giapponese il videocittadino si ritrova davanti a dibattiti televisivi infiniti con politici in posizioni contrapposte.

1 - gli antinuclearisti della prima ora
2 - gli antinuclearisti dell'ultima ora
3 - gli impavidi razionalisti

I primi sono quelli che, o per partito preso, o per una convinzione ragionata, hanno sempre lottato per le energie alternative e contro il nucleare.

I secondi sono quelli che prima erano trainati dai terzi, oppure erano indecisi oppure ancora del partito dei fatalisti (prima o poi dobbiamo morire tutti) solo che ora si sono spaventati abbastanza per farsi qualche domanda intelligente o ancora meglio qualche dichiarazione intelligente: "fermiamoci e pensiamo".

I terzi... eccoli qua... gli impavidi della ventola nera su sfondo giallo.
Improvvisamente parlano di nucleare sicuro con la stessa facilità con cui parlano di calcio al bar condendo i discorsi con proclami tipo: "andremo avanti per la nostra strada"  "non facciamoci  intimorire".

Da una parte chi sostiene che il nucleare è una scelta pericolosa e costosa, dall'altra chi invece lo vede come una valida e "pulita" alternativa ai combustibili fossili.

In mezzo il cittadino che fino al giorno prima diceva "tanto abbiamo la Francia qui vicino che ha le centrali nucleari..." e che ora comincia a preoccuparsi vedendo le immagini del Giappone e nello stesso tempo è confuso poverino, perchè confuso? perchè il suo leader politico gli dice di non preoccuparsi, che la cosa non ci tocca, che andremo avanti in sicurezza...

Senza entrare in tecnicismi vari, tempo fa scrissi un blog riguardo al fatto che la nostra Italia frana e si allaga ogni volta che piove per due giorni, il dubbio sulla sicurezza di conseguenza si insinua soprattutto se pensiamo che, ad esempio,  nel Vercellese vi è una centrale vicino al fiume Po, si il nostro fiume che ogni tanto fa i capricci e decide di esondare... proprio lui.
Inoltre la cosa che mi fa pensare è che lo smaltimento delle scorie è un affare da parecchi milioni di euro quindi appetibile dalle ecomafie varie e, visto cosa è successo con gli incentivi sul fotovoltaico, ci vuole poco a fare 2+2.

Tornando ai signori che dicono "tanto le ha anche la Francia, la Svizzera" e compagnia bella.. insomma un pò come dire "visto che in ufficio fumano tutti allora fumo anche io" voglio dir loro che noi siamo un paese che sembra avere le menti più eccelse del panorama scientifico (quelle che non sono ancora scappate all'estero) e di solito ci si vanta di avere le ricchezze paesaggistiche più belle, i formaggi più buoni, il pane più fragrante ecc.. ecc... e se invece ci distinguessimo come il primo paese in mezzo alle centrali nucleari che decide di investire al massimo sulla ricerca delle tecnologie sostenibili? Sarebbe un bel biglietto da visita invece che abbassare le orecchie ed adattarci allo scempio cominciato da altri, potrebbe diventare un punto di partenza.

Ma forse è un pensiero un pò naif... (sperando si scriva così) infatti l'unica cosa che è stata fatta è stata quella di mettere una moratoria di un anno per approfondire la questione, una cosa che fa sentir puzza di bruciato a molti..

vi invito ad andare su questo sito, giusto per leggere













un caro saluto a tutti
Dax

martedì 8 marzo 2011

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Su Youtube è pubblicato un bellissimo documentario sul nostro pianeta gratis di un ora e mezza, disponibile anche in altre lingue.

Mostra bellissime immagini della nostra cara terra, montagne, fiumi, mari, flora e fauna mozzafiato in contrapposizione con altre dove viene mostrata l'altra faccia del pianeta, quella colonizzata dall'uomo in modo scriteriato.

Fiumi in secca e allevamenti lager, sprechi di acqua e povertà al limite, il tutto nel nome di un progresso a vantaggio di pochi.

Auguro una buona visione a tutti ed un attenta riflessione.



un caro saluto a tutti.
Dax

giovedì 3 marzo 2011

La nostra cara italietta che frana e si allaga

In questi giorni, quotidiani e telegiornali ci informano di smottamenti, frane, allagamenti e quant'altro succede ogni volta che piove per più di un giorno.

La prassi è, purtroppo, sempre la stessa:
  • Si contano i morti
  • Si dice "non dovevano costruire qui"
  • Si accusa a 360 gradi, sopratutto la precedente amministrazione comunale
  • Si chiedono le dimissioni di ministri e responsabili vari
  • Si lascia tutto come prima
Nel mezzo, uomini della protezione civile e gente comune che scavano tra le macerie motivati dalla speranza, famiglie che piangono i parenti, rabbia, impotenza.

L'altro dio degli uomini, il dio denaro, ha avuto ancora una volta il suo sacrificio di sangue e i suoi adepti, palazzinari, imprenditori, politici, ora spaventati e disorientati, quando tutto si sarà calmato lo serviranno ancora.

Lasciando da parte il sarcasmo spirituale rimane l'amarezza di una terra, l'Italia, di una bellezza naturalistica fuori dal comune. Partendo dalle alpi e finendo nel mediterraneo si ha un eterogeneità di climi, paesaggi, biodiversità secondi solo a sudamerica e asia.

La totale assenza di sensibilità nei confronti della natura non è un danno solo estetico ma di stabilità idrogeologica e se il danno estetico non provoca morti, quello idrogeologico si, e parecchi, senza contare il danno patrimoniale e sociale.

Mi arrabbio quando sento di strade costruite al posto di canali, di fiumi incanalati in spazi ristretti per problemi di erosione o addirittura ricoperti sotto la città. Quando la domanda la fai a voce alta comincia il balletto delle frasi prese qui e là dal "vocabolario delle scuse facili": "è il progresso", "cosa possiamo farci", "è cosi da anni", "non ci sono più le mezze stagioni".

Molte testimonianze dimostrano che gli antichi avevano molta più coscienza di noi nella costruzione di centri abitati. Certo molte città furono costruite su sponde di fiumi ma avevano l'accortezza di lasciare a valle delle zone libere per permettere al fiume di scaricare la sua rabbia durante le esondazioni. Adesso intorno ai fiumi italiani è un insediamento urbano unico, case costruite addirittura con piloni di sostegno dentro i fiumi stessi, pura follia.

Si costruisce in zone ad alto rischio sismico con case fatte di sabbia di mare per risparmiare...e che dire poi delle frane, il disboscamento insensato (o forse molto sensato se lo si guarda dal lato economico) dei nostri boschi ha privato il terreno delle radici che lo "legavano" alla collina.
Alla prima pioggia forte, terra e massi scivolano a valle travolgendo tutto quello che incontrano, non è successo solo una volta e succederà tante altre volte.

La natura ci ha messo milioni di anni per trovare un equilibrio, noi in un secolo lo abbiamo distrutto, francamente faccio fatica a non tirare fuori dal cilindro il sarcasmo spirituale!
Nessuno nega che siamo in tanti e che tutti devono abitare, questo però non giustifica certe scelte se non per questioni di denaro.
E non dimentichiamo che i disastri ambientali come terremoti, inondazioni e frane varie aumentano il "Prodotto Interno Lordo".

La nostra cara italietta ha ancora dimostrato di applicare la formula "meglio curare che prevenire" perchè aumenta il nostro (o mostro?) PIL

Qui sopra potete vedere una frana in Calabria di un pò di tempo fa.

Un caro saluto a tutti
Dax

martedì 1 marzo 2011

Il pianeta azzurrro

Recentemente ho visto "Il pianeta azzurro", un film-documentario di Franco Piavoli del 1981.

Senza dialoghi (se non qualcuno sporadico in dialetto tra i protagonisti) , il film racconta le 4 stagioni in campagna partendo dal disgelo degli stagni in primavera fino ad arrivare al successivo inverno con le sue nebbie e le sue gelate.

Durante il corso dell'anno viene mostrata l'operosità di un casale di campagna, la trebbiatura del grano, i giochi dei bambini, la vita familiare, i litigi, i progetti, l'amore e i dispiaceri fino ad inquadrature di abbandono della cascina stessa, probabilmente vittima della "civiltà industriale".

In un decennio tra i peggiori per la campagna italiana (gli anni 80 appunto) Franco Piavoli è riuscito a donarci non un film ma una poesia di immagini, di particolari e di suoni che alla fine lasciano lo spettatore colmo di emozioni contrastanti.

grazie...

un caro saluto a tutti..
Dax


venerdì 25 febbraio 2011

Gli ultimi uomini veramente liberi.

Ogni tanto, nel mio girovagare sulla rete, o guardando documentari naturalistici, mi capita di imbattermi in notizie riguardanti la scoperta di tribù, sopratutto in sudamerica, ancora sconosciute e che non hanno mai avuto un incontro con il cosidetto "mondo civilizzato".
Foto riprese da lontano, da aerei ritraggono uomini a volte tinti di rosso, capanne di foglie, natura intorno...

Nel mio cuore spero che rimangano tali per sempre e che a nessuno venga in mente di portar loro un pò della nostra civiltà malata.

Poco importa se la loro vita media si aggira intorno ai 40 anni, loro non lo sanno e probabilmente vivono questi 40 anni molto più intensamente di noi.

Loro sono gli ultimi uomini realmente liberi della nostra cara Madre terra e sono molto più vicini ad essa di quanto immaginiamo.



Lasciamoli stare...

Un caro saluto a tutti..

Dax

martedì 15 febbraio 2011

In campagna un altra vita è possibile

In campagna si può! Coltivare orti e relazioni, usare molto le mani e pochissimo il denaro, liberare il proprio tempo, abitare con altre persone, fare politica. In due parole: vivere meglio. Lo possono fare tutti. Questo libro racconta con disincanto e affetto le storie di chi ha scelto la campagna. Un lungo viaggio in un'Italia sconosciuta di nuovi contadini, ri-abitanti di villaggi, comuni e comunità rurali, storiche cooperative agricole ma anche eremiti, solitari, nomadi ed ecovillaggi in costruzione. Un piccolo censimento la cui cifra finale è: lo potete fare anche voi. L'autrice, Sabina Calogero, ha lasciato la biologia molecolare per dedicarsi a molteplici attività, non ultima l'agricoltura.